Archeologia salvata: i primi etruschi a Fonterutoli
Data evento 27/06/2025 - 06/01/2026

Mostra nell’ambito del “Progetto Etruschi 85/25”, promossa dalla Regione Toscana, organizzata da Fondazione Musei Senesi e dall’Associazione Musei Archeologici della Toscana, con la collaborazione della Provincia di Siena e del Segretariato Regionale per la Toscana del Ministero della Cultura e con il sostegno della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena.
“Archeologia salvata” a Castellina in Chianti: dal 27 giugno, una mostra celebra la riscoperta degli Etruschi e il valore della tutela condivisa. L’inaugurazione sarà preceduta da una conferenza del giornalista Fabio Isman
Il 2025 è un anno cruciale per la valorizzazione della cultura etrusca in Toscana e Castellina in Chianti si appresta a esserne uno dei principali protagonisti. Il Museo Archeologico del Chianti ospita, infatti, dal 27 giugno al 6 gennaio 2026, la mostra “Archeologia salvata: i primi Etruschi a Fonterutoli”, primo evento delle celebrazioni per i 40 anni del ‘Progetto Etruschi’ ideato e organizzato dalla Regione Toscana nel 1985. Per ricordarlo nasce oggi il “Progetto Etruschi 85/25”, iniziativa organizzata ancora dalla Regione Toscana insieme a Fondazione Musei Senesi e AMAT – Associazione Musei Archeologici della Toscana, con la collaborazione della Provincia di Siena e del Segretariato Regionale per la Toscana del Ministero della Cultura e con il sostegno della Fondazione del Monte dei Paschi di Siena.
L’evento inaugurale a Castellina in Chianti
Venerdì 27 giugno, prima dell’inaugurazione della mostra, appuntamento con la conferenza del giornalista e scrittore Fabio Isman intitolata “L’arte e l’archeologia razziate”. Esperto di traffici illeciti e devastazioni del patrimonio culturale, Isman porta il pubblico dentro una battaglia culturale che da decenni combatte a colpi di inchieste, libri e articoli: quella contro il saccheggio dell’arte antica, e in particolare contro gli scavi clandestini che hanno privato il nostro Paese di inestimabili tesori. A seguire, si apre la mostra “Archeologia salvata: i primi Etruschi a Fonterutoli”, frutto di un recupero eccezionale avvenuto a Castellina in Chianti. I reperti esposti, in arrivo da scavi illeciti intercettati grazie all’intervento del Gruppo Archeologico Salingolpe e delle autorità, rappresentano i primi materiali restituiti al patrimonio collettivo. La mostra celebra, così, non solo il valore degli oggetti, ma anche l’efficacia della collaborazione fra istituzioni, cittadini e ricerca scientifica.
La storia degli scavi illeciti e le tombe etrusche oggi custodite a Castellina in Chianti
Alla fine del 2024, nei pressi di Fonterutoli, una zona già nota per presenze e reperti etruschi, il Gruppo Archeologico Salingolpe, storico sodalizio castellinese, ha individuato i segni di uno scavo clandestino. L’allarme lanciato dai volontari ha attivato immediatamente l’intervento dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze che, insieme alla Soprintendenza Archeologica di Siena, hanno permesso di recuperare oltre 130 reperti etruschi in bronzo, sottratti fortunosamente alla dispersione nel mercato nero. Con la collaborazione dell’Università di Siena e della famiglia Mazzei, proprietaria del terreno, è stata individuata una necropoli etrusca fino ad allora sconosciuta – risalente al periodo compreso fra la fine dell’VIII secolo a.C. e l’inizio del VII secolo a.C. – con due tombe intatte, una maschile e una femminile, contenenti fibule in bronzo, ornamenti e oggetti d’uso che raccontano i riti funerari e l’artigianato raffinato di un’epoca in cui il Chianti era già profondamente legato a Volterra, uno dei grandi centri della civiltà etrusca.
Un museo al centro della nuova Toscana etrusca
Il ruolo di Castellina in Chianti e del Museo Archeologico del Chianti va però oltre l’evento inaugurale. Il Museo Archeologico del Chianti, infatti, già esempio virtuoso di gestione territoriale del patrimonio, è uno dei luoghi simbolici della nuova stagione etrusca che la Regione Toscana ha scelto di lanciare nel 2025, a quarant’anni dal pionieristico “Progetto Etruschi” nato nel 1985 con l’intento di “portare gli Etruschi fuori dalle stanze degli studiosi”. Quel progetto segnò un cambio radicale nel modo di comunicare e vivere l’archeologia in Toscana, facendo della civiltà etrusca non solo un oggetto di studio, ma anche un motore di identità, turismo e creatività contemporanea. Oggi la Regione Toscana, a 40 anni di distanza, ha ideato un programma diffuso e partecipativo di eventi che, con la curatela della Fondazione Musei senesi, coinvolgerà musei su tutto il territorio e proporrà laboratori didattici, conferenze scientifiche e strumenti digitali, fra cui tour virtuali e percorsi narrativi sul portale www.cultura.toscana.it. In questo panorama, Castellina in Chianti si afferma come uno degli avamposti di riferimento, non solo per la qualità del museo e delle sue collezioni, ma anche per la capacità di coniugare tutela, ricerca e coinvolgimento del territorio.
[photocredit @Daniela Neri]