Anima Etrusca /Etruscan soul - La Fortuna del Progetto Etruschi
Data evento 04/07/2025 - 11/01/2026

Mostra nell’ambito del “Progetto Etruschi 85/25”, promossa dalla Regione Toscana, organizzata da Fondazione Musei Senesi, Comune di San Gimignano, Musei Civici e Opera Laboratori.
Quarant’anni dopo il 1985, la mostra “Anima Etrusca / Etruscan Soul. La fortuna del Progetto Etruschi”, allestita a San Gimignano propone una rilettura del progetto culturale voluto dalla Regione Toscana
Nel 1985 la Regione Toscana diede vita a un ambizioso progetto culturale che avrebbe ridisegnato la storia della comunicazione museale in Italia: il “Progetto Etruschi”. Mostre, convegni, eventi e pubblicazioni diedero un nuovo volto all’immaginario legato all’antica civiltà etrusca, riscrivendo il modo stesso di raccontare l’archeologia al grande pubblico.
Oggi, quarant’anni dopo, la mostra “Anima Etrusca / Etruscan Soul. La fortuna del Progetto Etruschi”, allestita a San Gimignano propone una rilettura critica di quella stagione, con materiali d’epoca, opere d’arte, documenti, fotografie e installazioni che testimoniano l’impatto duraturo di quel momento irripetibile.
Anima Etrusca: l’Anima di una riscoperta
Curata da Anna Mazzanti e Giulio Paolucci, organizzata da Fondazione Musei Senesi, Comune di San Gimignano, Musei Civici, Opera Laboratori all’interno del calendario voluto dalla Regione Toscana “Progetto Etruschi 85/25”, l’esposizione si articola in sezioni tematiche che guidano visitatrici e visitatori in un percorso tra la progettualità, le idee, gli allestimenti e le opere d’arte e d’archeologia esposte all’interno delle otto mostre tenutesi 1985 in tutta la Toscana. Un affondo tematico ritorna ancor più indietro nel tempo, documentando con materiali inediti il rapporto tra d’Annunzio e l’antico, negli anni del primo grande convegno di etruscologia che vide tra gli interessi proprio San Gimignano.
Prestigiosi prestiti dal Museo Archeologico di Firenze, dal Museo Guarnacci di Volterra e dal Museo Nazionale di Villa Giulia, insieme alle opere di artisti contemporanei del calibro di Michelangelo Pistoletto, Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro – già protagonisti delle esposizioni del 1985 – restituiscono il ritratto di un dialogo ricco e vitale tra l’antica Etruria e il contemporaneo.
C’era infatti molto coraggio nell’interpretare l’archeologia etrusca nel 1985. Le occasioni espositive, anzi, furono un propellente per la creazione di una nuova eco etrusca. E oggi? Se la mostra ripercorre le scelte operate allora, il giovane artista Gabriele Ermini, classe 1996, è stato chiamato a dare il proprio sguardo sull’antica civiltà. Il Complesso di Santa Chiara ospita, infatti, anche l’opera “Senza titolo (La corsa sul crinale)”, esposta dall’artista fiorentino nell’ambito di VIS-À-VIS arti visive, progetto di Fondazione Musei Senesi che pone a confronto antico e moderno finanziato dalla Regione Toscana con il bando “Toscana in Contemporanea”.
La mostra insomma traccia un ponte tra presente e passato che, attraverso la rilettura dei grandi eventi del 1985, si proietta con forza verso il futuro.
Il percorso espositivo
La mostra si apre con un affondo sul contesto storico e culturale che portò, nel 1985, alla nascita del “Progetto Etruschi”, voluto dalla Regione Toscana per riscoprire e rilanciare l’eredità di questa civiltà. Documenti, cataloghi, inviti e materiali promozionali raccontano le figure protagoniste e l’energia di quella stagione. Spicca l’immagine guida disegnata da Fernando Farulli, ispirata a un bronzetto etrusco, insieme a simboli divenuti iconici: la moneta da 500 Lire, i francobolli celebrativi, il merchandising – dalle t-shirt agli adesivi – e la campagna visiva firmata dalla pionieristica agenzia AdMarco.
Viene poi evocato il carattere rivoluzionario degli allestimenti realizzati in occasione delle otto mostre del 1985, che trasformarono l’archeologia in un’esperienza immersiva. Architetti come Adolfo Natalini e David Palterer progettarono soluzioni scenografiche d’avanguardia, oggi documentate da planimetrie, schizzi e fotografie d’archivio. A raccontare il legame tra design e passato, una collezione di ceramiche della manifattura Richard-Ginori – piatti, brocche, piccoli animali – ispirata all’arte etrusca e creata appositamente per quell’occasione.
Una sezione centrale è dedicata al dialogo tra arte contemporanea e mondo etrusco, a partire dalle scelte compiute nel 1985 e arricchita da nuove riletture. Tornano opere di artisti coinvolti nel progetto originario, come Michelangelo Pistoletto con L’Etrusco o Mario Schifano con Amare Chimere, performance realizzata davanti a migliaia di persone a Firenze e qui documentata dagli scatti di Marcello Gianvenuti e da un video inedito di Giacomo Verde. Il confronto continua con le opere di Fausto Melotti e Arnaldo Pomodoro, in un viaggio immaginifico tra antico e contemporaneo.
Il dialogo prosegue con i reperti provenienti dai depositi di Villa Giulia, già presenti nelle mostre del 1985 e presentati eccezionalmente oggi. Un omaggio va al semiologo Omar Calabrese e alla sua sezione “Etrusco immaginario”, che nel 1985 mescolava cultura alta e pop in una visione allora audace, oggi più che mai attuale.
In un piccolo scrigno prezioso si raccolgono manufatti che testimoniano la creatività ispirata dalla riscoperta dell’Etruria negli anni Ottanta: gioielli in oro granulato di Unoaerre, profumi in terracotta, l’abito postmoderno di Cinzia Ruggeri (utilizzato per la copertina di Aristocratica dei Matia Bazar), i disegni sofisticati di Maddalena Sisto. Moda, arte e ritualità si intrecciano in una narrazione elegante e inattesa.
La forza comunicativa del progetto è restituita attraverso copertine, articoli, servizi televisivi e materiali editoriali che raccontano la sua capillare diffusione sui media dell’epoca: da Domus a Archeologia Viva, dalla RAI all’Istituto LUCE, passando per le rubriche di costume e attualità. Uno sguardo finale è rivolto alla nascita, proprio in quegli anni, della rete museale etrusca in Toscana: un modello culturale che ancora oggi rappresenta un’eccellenza italiana.
Due sezioni, curate da Valerio Bartoloni, offrono un affascinante contrappunto storico. La prima indaga il legame tra Gabriele d’Annunzio e il mondo etrusco, ispirazione per la stesura di Forse che sì, forse che no. La seconda ripercorre il Convegno Nazionale Etrusco del 1926, tappa decisiva per la riscoperta novecentesca della civiltà etrusca, con un momento cruciale proprio a San Gimignano, che anticipa idealmente la svolta del 1985 e ne rafforza la rilettura odierna.
Orari e Biglietti
Fino al 31 ottobre
tutti i giorni: 10-19.30
ultimo ingresso alle 19
Dal 1 novembre
tutti i giorni: 11-17.30
ultimo ingresso alle 17
Chiusura 25 dicembre;
01 gennaio aperti dalle 12.30 alle 17.30 (ultimo ingresso 17)
Il biglietto è compreso nell’ingresso al Complesso museale di Santa Chiara.
Biglietto complessivo (Palazzo Comunale, Pinacoteca e Torre Grossa; Complesso di Santa Chiara; Chiesa di San Lorenzo in Ponte): 10 euro
Per soci UniCoop Firenze: ridotto a 8 euro